Vibrante protesta della FITA
Compagnia di San Paolo Bando Spettacolo dal Vivo
Il Presidente FITA invia lettera di protesta
Vibrante protesta
della FITA per aver previsto in un bando in favore dello spettacolo dal
vivo il termine “spettacoli di carattere amatoriale e dilettantistico”
come presupposto di esclusione. Le compagnie FITA delle zone interessate
sono invitate ad inviare i loro progetti alla Compagnia di San Paolo.
della FITA per aver previsto in un bando in favore dello spettacolo dal
vivo il termine “spettacoli di carattere amatoriale e dilettantistico”
come presupposto di esclusione. Le compagnie FITA delle zone interessate
sono invitate ad inviare i loro progetti alla Compagnia di San Paolo.
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7 Febbraio 2014 @ 13:07
INTERESSANTE!!!! E con quale metro di misura sarà valutato lo spettacolo se è a carattere dilettantistico o amatoriale? che vogliono questi? i professionisti gratis? il pubblico va rispettato ma amatoriale o dilettantistico non significa minor impegno.
Gianni Martone
Consigliere F.I.T.A
Federazioe Italiana Teatro Amatori
Comitato Provinciale di Napoli
7 Febbraio 2014 @ 17:59
Mi augura che le nostre associazioni del territorio di competenza presentino delle proposte. Sono curioso anch'io su come procederanno alla valutazione.
7 Febbraio 2014 @ 19:08
Se il banditore di un concorso teatrale non ha maturato la distinzione semantica tra professionismo e professionalità, evidentemente non mai è stato a teatro negli ultimi anni di crisi economica, laddove i professionisti hanno abbassato progressivamente i propri standard qualitativi per arraffare il più possibile fasce di mercato che prima snobbavano e i dilettanti, almeno una parte di essi, hanno invece continuato imperterriti a proporre sperimentazione, innovazione e diffusione capillare della cultura teatrale sul territorio, poco condizionati dalla cassetta. Insomma, se un professionista della San Paolo addetto alla formulazione di bandi concorsuali non conosce queste cose, evidentemente dimostra la sua scarsa professionalità. Saluti. Carlo [Gruppo Teatro Fragile ]
8 Febbraio 2014 @ 10:57
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
8 Febbraio 2014 @ 11:04
E' evidente che questo bando si riferisce a SPECIFICHE compagnie(non certo le nostre)e sembra assurdo mettere una dicitura dove vengono negati "spettacoli di carattere amatoriale e dilettantistico" e che subito,tra parentesi,si precisa che le compagnie lo fanno "No Profit" e che non ne devono trarre beneficio economico.
Esistono compagnie professioniste in stile "Opera Pia"?Di certo sarebbe stato meglio scrivere che si accettavano solo compagnie professioniste che non chiedessero soldi..ma…si sa,se uno lo fa per lavoro non ci vuole certo rimettere.
Come dice lei,caro Presidente,passa troppo spesso il messaggio che amatoriale è sinonimo di "scapestrati" e questo non è giusto per le molte compagnie che con fatica e impegno,che costa tempo(spesso sottratto a famiglia amici ecc),si dedicano anima e corpo all'allestimento di uno spettacolo,non tanto per soldi ma per pura passione e ottenendo ottimi risultati,degni come professionisti.E',questo a mio avviso,il messaggio che DEVE passare!
Con la mia compagnia a Marzo avremo il piacere di partecipare in una rassegna con compagnie professioniste e con grandi professionisti,pur essendo amatoriali!Ha ragione Carlo,la differenza sta nella qualità e non nella semantica.
Marco Amico (Compagnia Teatrale Sperandeo)
8 Febbraio 2014 @ 13:55
Questo bando rispecchia solo la gran confusione che nel nostro paese c'è in materia di lavoro artistico. Tempo fa sono stata rifiutata ad una rassegna teatrale solo perchè affiliata FITA, e quindi, amatoriale. Alla stessa rassegna erano presenti Associazioni Culturali. Allora, scusate, la differenza dov'è? L'unica differenza tra amatoriale e professionista sono le tasse. E' la forma giuridica che hanno di fronte all'INPS. Gli attori professionisti che lavorano gratis sono direttamente proporzionali agli attori "amatoriali" che incassano. Dato che ormai la differenza qualitativa non esiste più (ci sono tesserati FITA che fanno un baffo a "professionisti", e la differenza tra i due, ripeto, è solo fiscale) perchè non liberalizzare il lavoro teatrale? Che male c'è a fare il teatro per lavoro, anche come secondo lavoro? Perdonate lo sfogo, ma questo scontro retorico professionisti amatoriali che mi rimbomba nelle orecchie da quando ho iniziato le assemblee non lo digerisco più.
9 Febbraio 2014 @ 13:51
Pensa te, io invece sarei per un più stretto controllo delle compagnie iscritte alla Fita. Il sospetto che ci siano in giro "finti amatoriali" per motivi fiscali immagino non sia solo una mia paranoia
8 Febbraio 2014 @ 17:11
"Non tutti i mali vengono per nuocere…" – al di là di alcune questioni formali (che sono poi gli aspetti giuridici e fiscali…) raccolgo la provocazione e apriamo una discussione: cominciamo a togliere dalle nostre rassegne il termine "amatoriale"?