EMERGENZA / DL 9 novembre 2020: qualcosa si muove?

Qualcosa si muove?
È certamente un momento difficile per tutti. Pur consapevoli che non se ne esce da soli e, quindi, non si può guardare esclusivamente al proprio giardinetto, è innegabile come organizzazioni come la nostra siano più attente a cosa accade nel proprio settore. Questo non ci consente di dare soluzioni (vorrei sapere chi oggi ha certezze…), ma quanto meno di informare i nostri associati su cosa stia accadendo e quanto ciò possa costituire una prospettiva. La prospettiva non può che essere il 2021, quando certamente ritorneremo a fare teatro. Ma la nostra realtà è composita, perché i nostri associati con le loro attività spaziano dal fare solo spettacolo alla formazione, all’utilizzo del teatro nel sociale, all’organizzazione e così via.
Ecco perché vi consigliamo di attenzionare i vari decreti, gli stanziamenti di risorse straordinarie, i bandi nazionali e locali e quanto possa essere utilizzato come strumento per agganciarsi alle misure dettate per l’emergenza e alle iniziative di prospettiva.
I decreti cosiddetti “ristoro”, come abbiamo segnalato, non consentono a tutti l’accesso ai contributi previsti.
Per le particolari situazioni individuate dal cosiddetto Decreto Ristoro bis (del primo ne abbiamo parlato), vi rimandiamo al testo molto articolato.

Quello che vogliamo segnalarvi è l’art. 15 che istituisce un Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore destinato a far fronte alla crisi economica degli enti del Terzo settore, determinatasi in ragione delle misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
È prevista una dotazione di 70 milioni di euro per l’anno 2021 per alcune categorie, tra le quali segnaliamo le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionale e regionali. Sarà un decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali a stabilire i criteri di ripartizione delle risorse del fondo tra le Regioni e le Province autonome, anche al fine di assicurare l’omogenea applicazione della misura su tutto il territorio nazionale. Attenzione, il contributo erogato con tale fondo non sarà cumulabile con le misure previste dagli articoli 1 e 3 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n.137 (Contributo a fondo perduto da destinare agli operatori IVA dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive- Credito sportivo – Fondo per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche)Quindi, almeno nella previsione, sembrerebbe che l’emittendo decreto dovrebbe escludere chi del nostro settore, avendo la partita iva ed un codice Ateco tra quelli individuati dal DL n.137\2020, ha già usufruito del contributo a fondo perduto.
Ma, come sempre, aspettiamo di leggere i provvedimenti quando saranno emanati e pubblicati.

Intanto nel settore proprio dello spettacolo segnaliamo la proposta formulata dal vicepresidente dell’Agis Filippo Fonsatti che, ascoltato dalla commissione Cultura del Senato sulle nuove misure messe in campo dal governo per contrastare le conseguenze economiche dell’epidemia da Covid, ha chiesto a nome del settore di destinare almeno il 2 per cento del Recovery Fund alla cultura, oltre ad istituire un tavolo permanente per fare in modo che i residui dei fondi di emergenza ancora da assegnare e quelli appena stanziati con il recente decreto “Ristori” possano essere distribuiti in maniera realmente adeguata alle necessità, sia per i soggetti Fus che per quelli extra Fus. Ovviamente il nostro interesse è sui fondi extra Fus, al quale va collegata anche la richiesta che venga subito affrontato il tema dei decreti attuativi della legge 175/2017 per riprendere ed accelerare l’iter della delega legislativa. Questa è una legge che si è arenata per mancanza dei decreti attuativi sui quali si era incentrata la discussione da noi avuta con il Ministro Dario Franceschini,  perché, come molti di voi sapranno, la legge riconosce il valore delle pratiche artistiche  a  carattere  amatoriale, ivi inclusi i complessi bandistici e  le  formazioni  teatrali  e  di danza, quali fattori di crescita socio-culturale. Ancora oggi, proprio per la mancanza di tali decreti attuativi, questa è rimasta solo un’affermazione di principio. Dovremo, dunque, auspicare che l’iter si riavvii e che si possa finalmente avere per il nostro settore una declinazione certa nei successivi provvedimenti.
Certo, mi rendo conto che il parlare di future prospettive in questo momento non è sempre ben percepito. Tuttavia, chi ha la responsabilità di una grande, complessa e composita Federazione come la nostra, oltre a pensare all’oggi, ha il compito di intravedere il domani e di tracciare le vie che ci consentano di avere dei concreti riconoscimenti per operare in maniera strutturata, programmata e con risorse fruibili in un settore che deve uscire con forza dall’anonimato. Come tante altre cose che faremo insieme a cominciare da oggi, questa è una sfida che dobbiamo raccogliere tutti.
Non sono solito fare citazioni, ma questa ritengo sintetizzi lo spirito che ci deve animare: “L’unica cosa certa del futuro è che sorprenderà anche coloro che hanno visto più lontano dentro di esso” (Eric John Ernest Hobsbawm).
Mi auguro che saremo noi stessi a sorprenderci di quello che siamo stati capaci di fare.
Un caro saluto.
                                

Carmelo Pace
Presidente Nazionale F.I.T.A.

Roma, 11.11.2020

Il testo del DL 9 novembre 2020